Il testo è tratto dal romanzo storico Il rogo della Repubblica di Andrea Molesini pubblicato nel 2021 da Sellerio editore. Protagonista del libro è Boris da Candia, un esploratore per conto della Repubblica di Venezia che sta indagando sulla presunta scomparsa di un piccolo mendicante e sulla conseguente condanna di tre ebrei, i quali avrebbero torturato e ucciso il bambino per poi impastare con il suo sangue le focaccine pasquali.
Dall’interno della gabbia in cui è incatenato e che lo sta portando a un secondo processo, nel quale però non gli potrà essere evitata la morte, l’archisinagogo Servadio parla a Boris. Non è arrabbiato, e anzi la sua voce è lenta e chiara, ma il suo messaggio è perentorio e duro: non c’è giustizia nella sua condanna.
Del resto, tra giustizia e forza non potrà mai esserci nessuna corrispondenza: la prima è leggera e libera come una farfalla, mentre la seconda è come una spada rigida e dura e queste due nature così diverse non possono andare d’accordo, come invece all’uomo piace credere.
